Oggi, assieme ai disegni di @giuliam.artparliamo di “Warm Cognition”: un filone di ricerca attuale che tiene conto delle emozioni sottostanti il processo di apprendimento e didattico. L’apprendimento è un processo complesso e difficoltà a livello didattico non sempre sono associate a indici di disturbi Neuropsicologici. La warm cognition analizza proprio ciò: la forte intersezione tra emozioni e apprendimento. Letteralmente potremmo tradurla come “emozione calda”. Per dirla in maniera ancora più semplice, il sorriso, fare in modo di tracciare gli apprendimenti con delle emozioni positive e ciò può accadere soltanto se instauriamo un’alleanza con il bambino, in cui l’errore è il nemico da sconfiggere.
Ecco perchè è importante che l’insegnante si svincoli dalla categoria del giudizio, nel quale è stato relegato dal sistema educativo basato sulla valutazione quantitativa, uscendo quindi da quella dimensione giudicante che trasmette paura (del voto, dell’errore, etc..), senso di colpa, di incapacità. il nostro cervello non ricorda i contenuti, ma le emozioni. Le emozioni lasciano una traccia a lungo termine. se uno studente apprende sperimentando paura, la paura di sbagliare, il suo sistema di sopravvivenza si attiverà in futuro in modo tale da consentirgli l’evitamento di situazioni analoghe.
Questo accade perchè emozione e cognizione sono due facce della stessa medaglia, fortemente interconnesse fra loro che operano a livelli ancestrali. mentre la nozione appresa finirà nella memoria procedurale o semantica, la memoria del sentimento di incapacità e inadeguatezza finirà nella memoria autobiografica, intaccando significativamente l’autostima e l’autoefficacia dell’alunno. ciò accade perchè l’emozione associata a quella funzione specifica si comporta da antagonista dell’apprendimento.
Rendiamo l’apprendimento qualcosa che scaldi il cuore e le menti, non qualcosa da cui fuggire.