oggi parliamo di AFANTASIA, l’impossibilità di immaginare, ovvero creare volontariamente rappresentazioni mentali. Chiudete gli occhi per un istante e immaginate di trovarti in mezzo a una prateria, con l’erba verde che si estende a perdita d’occhio e il vento che la piega. Forse non avete nemmeno avuto bisogno di chiudere gli occhi, abituati come siete a fantasticare, immaginare, visualizzare, sognare. Eppure, c’è qualcuno fra voi, che non ce l’ha fatta, che non può in alcun modo sfruttare la sua mente per creare immagini o evocare a piacimento simulazioni dei propri sensi. La scienza in merito non è poi così chiara e gli studi sull’afantasia non sono così conclusivi. Sappiamo che la stessa capacità immaginativa tra chi non è afantasico è comunque soggetta a differenze individuali e ci sono diversi fattori che possono influenzare la capacità di immaginare di un individuo. C’è chi immagina meglio e chi immagina peggio, chi di più e chi di meno: si tratta di fatto di uno spettro continuo. In generale, gli afantasici mancano completamente della capacità di creare immagini mentali volontariamente. Sembra però che conservino la possibilità di farlo involontariamente, dunque che possano sognare o avere dei flash di visualizzazione in contesti particolari.
Studi recenti hanno concluso che gli afantasici dispongano anche di una memoria autobiografica meno vivida e siano meno abili nel richiamare alla memoria gli eventi della loro vita e riviverli, ed è abbastanza logico che sia così, se ci pensate. Si tratta comunque di immagini mentali da ricreare.
Disegnare a memoria è quasi impossibile Ma copiare un altro disegno avendolo davanti non è un problema. Non si riesce facilmente a richiamare alla mente il viso di una persona, ma si può tranquillamente richiamare fatti e caratteristiche di quel volto o quella persona. Gli afantasici sperimentano molto molto meno, se non per niente, fenomeni come paura, ribrezzo, disgusto, eccitazione quando leggono qualcosa o qualcosa viene raccontato loro.
Studi recenti suggeriscono che circa il 2% della popolazione rientra nello spettro di questa condizione